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Il presente contributo prosegue con l’analisi della disciplina della proprietà immobiliare nella Repubblica Dominicana. Dopo l’introduzione, svolta nel contributo precedente e relativa ai principi fondamentali in tema di proprietà nel diritto della Repubblica, ci si soffermerà ora sulla particolare protezione di cui il proprietario gode nell’ordinamento dominicano.
È stato infatti riconosciuto dalla giurisprudenza che il diritto di proprietà, come diritto di portata costituzionale, può tutelarsi anche attraverso l’amparo, ossia attraverso un particolare tipo di azione giudiziale, diffuso negli ordinamenti di matrice ispanica, che offre la possibilità di un ricorso diretto e immediato, da parte dell’interessato, per la protezione dei diritti fondamentali.
Segnatamente, l’amparo è previsto dall’art. 72 della Costituzione della Repubblica Dominicana, norma ai sensi della quale ogni persona ha diritto di pretendere dinanzi ai tribunali, in prima persona o attraverso un rappresentante, la protezione immediata dei propri diritti fondamentali (ove non già protetti dall’habeas corpus, altro tipo di azione prevista dall’ordinamento dominicano, o, come specificato dalla legge di attuazione, dall’habeas data). Il presupposto è che il diritto in questione risulti violato o minacciato dall’azione o omissione di qualunque autorità pubblica o soggetto privato. Il procedimento, stabilito dalla legge, deve essere prioritario, sommario, orale, pubblico, gratuito e non soggetto a formalità.
La questione dell’applicabilità dell’amparo al diritto di proprietà è stata oggetto di una recente pronuncia, la sentenza del Tribunale Costituzionale TC/0399/17 del 28 luglio 2017.
Il caso nasce con l’avvenuto spostamento di terreno operato da parte dell’Istituto Nazionale di Risorse idriche e altre autorità all’interno del fondo del signor J.R., che, risultandone danneggiato nella propria coltivazione di riso, propone azione di amparo, sostenendo essere stato violato il suo diritto di proprietà, così come protetto dall’art. 51 della Costituzione.
Il giudice cui il ricorrente si rivolge, nella specie il Tribunale delle Terre competente per territorio, dichiara inammissibile l’azione, argomentando che esistono nell’ordinamento altre forme di tutela effettiva del diritto del signor J.R., azioni che il ricorrente avrebbe dovuto esperire al posto dell’amparo.
Il giudice, in particolare, fa riferimento ai seguenti rimedi che il signor I.R. avrebbe potuto attivare: 1) denuncia penale e, nell’ambito del processo conseguente, azione civile; 2) ricorso alla giurisdizione immobiliare con riferimento agli immobili registrati interessati dalla violazione del diritto di proprietà, anche per ottenere la concessione di misure cautelari.
Il ricorrente impugna la decisione dinanzi al Tribunale Costituzionale, il quale, effettivamente, non condivide l’impostazione del giudice di prime cure e si allinea, invece, alle argomentazioni del signor J.R.
Sottolinea infatti il Tribunale che, trattandosi di diritto costituzionale, la proprietà può senz’altro essere oggetto di tutela mediante l’azione di amparo. Viene citato, in tal senso, il precedente di cui alla sentenza TC/0102/13, ribadendosi che, laddove costituisca una misura efficace per la tutela del diritto fondamentale violato, l’amparo può e deve applicarsi anche alla proprietà.
Da quanto esposto emerge dunque come l’ordinamento dominicano non si limiti a riconoscere formalmente il diritto di proprietà come fondamentale, ma offra anche rimedi particolarmente efficaci per la sua tutela. Il proprietario, infatti, dispone di uno strumento rapido, agile e informale per difendere il nucleo essenziale del diritto di proprietà, cui la giurisprudenza costituzionale degli ultimi anni ha conferito particolare effettività.